Ponte Buggianese (giovedì 29 maggio 2025) — Tanta gente, un dibattito ricco di spunti ma anche festa con giochi, musica, laboratori, sport per l’evento conclusivo, nel pomeriggio di ieri, nell’area del palazzetto Pertini, del percorso “Comunità educante”. Il progetto, attivato dalla Sds Valdinievole a partire dall’anno scolastico 2023/24 e giunto al secondo anno, ha come obiettivo prioritario realizzare interventi e attività contro la povertà educativa di giovani e giovanissimi, in orario pomeridiano, nelle scuole della Valdinievole.
di Matteo Della Bartola
La manifestazione è stata utile per fare un bilancio dei risultati conseguiti nei primi due anni di sperimentazione e per affrontare le principali tematiche che stanno alla base del progetto.
Dopo il saluto del sindaco Nicola Tesi e l’introduzione del direttore della SdS della Valdinievole, Stefano Lomi, che ha spiegato gli obiettivi della “Comunità educante”, si è passati agli interventi dello psicologo Sergio Teglia, e di Sandra Matteoli, docente universitaria. Teglia si è soffermato sui forti mutamenti avvenuti negli anni recenti, con il ruolo sempre più dominante del mondo virtuale. Ha sottolineato che oggi la famiglia è disposta a dare troppo ai figli, e i ragazzi sono sempre più vulnerabili di fronte ai “no”. Ha rimarcato l’importanza del ruolo genitoriale, dell’esempio come elemento fondamentale e della necessità di far provare in casa il “dolore protetto”.
“Una scuola che funziona è quella con insegnanti che la amano – ha concluso Teglia -, bisogna saper attrarre i ragazzi nella misura che piace a loro”. “Educare è una sfida quotidiana – ha argomentato la dottoressa Mattioli – che è sempre esistita ma che oggi lo è ancora di più. Come pedagogista vivo la fatica di insegnare. Forse una sfida per i familiari è trovare un nuovo modo di collaborare con la scuola, uscire dalla dinamica di darsi reciprocamente la colpa di ciò che non va”.
“E’ un’esperienza importantissima quella di una scuola che affronta i problemi, come abbiamo fatto anche noi parlando ad esempio di bullismo e abbandono scolastico – ha detto la dirigente scolastica Delia Dami -. Serve una rete, bisogna allearsi, conoscersi fra noi. La sfida è riuscire a coinvolgere i ragazzi a riscoprire le relazioni”.
“Quella del direttore Lomi è stata un’idea visionaria e i risultati di questo progetto ne confermano la bontà – ha aggiunto il dirigente scolastico Alessandro Paone -. Senza relazioni forti non si raggiungono gli obiettivi. Sotto questo profilo l’esperienza della ‘Comunità educante’ è l’esempio migliore”.
“L’importanza della rete possiamo toccarla con mano come medici – ha detto nel suo intervento conclusivo Manuela Casarano, la nuova responsabile del Servizio Salute mentale infanzia e Adolescenza dell’Usl -. I ragazzi e bambini che vengono in ambulatorio confermano che imparano a stare insieme in occasioni come quelle fornite dalla ‘Comunità educante’”.
Il progetto “Comunità educante” coinvolge, oltre alla Sds della Valdinievole che ne è l’ente promotore, gli 11 comuni del territorio, 10 istituti scolastici comprensivi con 20 plessi tra scuole primarie e secondarie di 1°grado, circa 20 soggetti tra terzo settore e associazioni, 60 educatori ed educatrici. Hanno aderito al progetto, inoltre, importanti partner come Fondazione Comunità Pistoiesi, la Scuola Sant’Anna di Pisa e Anci Federsanità. La Fondazione Caript è intervenuta da quest’anno a supporto del percorso con un importante contributo che ha permesso l’ampliamento degli interventi con specifiche linee progettuali dirette in particolare sulle fragilità giovanili. Quest’anno sono iscritti alla “Comunità educante” 500 bambini e bambine che rappresentano i veri protagonisti di questo percorso, insieme alle loro famiglie.
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