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Ex Santoni, Giurlani (Pescia Cambia): “Non ci sorprende il ricordo al Tar”

Pescia (venerdì 16 maggio 2025) — Oreste Giurlani (Pescia Cambia) interviene sulla variante urbanistica ex Santoni.

di Matteo Della Bartola

“Tanto tuonò che piovve! Siamo venuti a conoscenza che alcuni giorni fà l’azienda ex Santoni, ora Immobiliare Triveneta Srl, presidente Claudio Merotto, ha promosso ricorso al Tar avverso la Variante urbanistica approvata dal Comune il 31 gennaio 2025.

Già in quella sede consiliare avevamo espresso la fondata preoccupazione che le modifiche sostanziali apportate dalla giunta all’intervento più significativo della variante stessa, e cioè il trasferimento della ex Santoni in zona Macchie di San Piero, destinando la suddetta area alla realizzazione del nuovo Lorenzini, avrebbero reso di fatto impossibile il progetto.

In più occasioni l’assessore all’urbanistica De Cristoforo aveva affermato che l’operazione sarebbe stata portata a compimento e che erano in corso colloqui positivi con l’azienda. Mai, però, venivano nominate altre aziende, site nell’area e anche esse coinvolte nell’operazione; aziende che ci risulta stiano o abbiano già promosso per proprio conto azioni contro la Variante approvata a gennaio.

Con l’odierna impugnativa promossa dalla società Triveneta possiamo concludere che i vantati risultati positivi non si siano minimamente concretizzati, anzi.

E questo non ci sorprende affatto! I numeri parlavano già chiaro: come può una azienda che ha una Se, superficie edificata, di circa 11.000 metri quadri, accettare di trasferirsi nell’ambito di una operazione di rigenerazione urbana, in un’area dove potrebbe utilizzare una superficie massima complessiva di circa 8.000 mq.?

Come si può pensare di ottenere il consenso a una diversa collocazione se colui che si deve trasferire neppure può mantenere il proprio patrimonio edilizio?

Ci domandiamo ancora, retoricamente: è stata fatta una valutazione sull’incidenza di una simile previsione, considerando anche che si tratta di una attività produttiva, con ovvie ricadute occupazionali?

Ma gli aspetti illogici della pianificazione approvata sono anche altri.  In sede di approvazione è stata prevista la cessione gratuita delle aree, tutte, e la demolizione delle strutture esistenti nonché la bonifica dei terreni a carico integrale del privato. Ora, va da sé che la legge garantisce la proprietà, e certamente i numeri citati non possono consentire l’apertura reale di un percorso di compensazione, così come previsto dalla legge urbanistica toscana n. 65 del 2014.

Quello che la passata giunta aveva invece predisposto era un percorso di rigenerazione urbana effettivamente percorribile, stimolato anche dalla legge regionale, al fine di liberare i centri urbani da attività produttive non più consone e la loro ricollocazione in aree più decentrate e più adatte a una attività che prevede accesso e uscita di un notevole traffico pesante.

Un progetto che si concludeva con la liberazione delle aree interessate per la realizzazione del nuovo Lorenzini. È chiaro che senza una procedura condivisa l’unica possibilità rimasta è una procedura di esproprio con i tempi e i costi facilmente intuibili. Perché, ribadiamo ancora una ovvietà: l’indennità di esproprio va riconosciuta e non può essere pretesa una cessione gratuita al Comune.

Ad oggi il nostro progetto iniziale, snaturato in sede di approvazione, è bloccato dal ricorso al Tar, dove si legge che la decisione assunta dal Comune “ha definitivamente sancito la non attuabilità del  trasferimento della ricorrente verso l’area di atterraggio”. Inoltre, i tempi lunghissimi di approvazione della variante hanno determinato la perdita del finanziamento  di 1.000.000 di euro stanziati dalla Regione a favore della Provincia, per la progettazione del nuovo plesso scolastico e le procedure espropriative. L’attuale situazione è quindi molto complicata, e il rischio di tenere ferme sia le aziende che la nuova scuola per tempi lunghissimi è oltremodo concreto”.

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Tag: , , , Last modified: Maggio 16, 2025
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