Pistoia (sabato 27 settembre 2025) — La coltivazione di grano duro in provincia di Pistoia è ormai ridotta ai minimi storici: in appena cinque anni, la superficie coltivata è passata da 30 a soli 6 ettari. Un crollo che riflette l’andamento regionale e nazionale, causato da costi di produzione troppo elevati, incertezze sui prezzi e concorrenza estera sempre più aggressiva. Di fronte a questa crisi, anche gli agricoltori pistoiesi hanno aderito in massa alla mobilitazione nazionale promossa da Coldiretti.
di Matteo Della Bartola
Ieri mattina oltre mille agricoltori toscani, guidati da Coldiretti, si sono ritrovati davanti alla Prefettura di Firenze per un sit-in di protesta contro i “trafficanti di grano” e le logiche speculative che minacciano la sopravvivenza della cerealicoltura italiana. Cartelli, cori e sacchi vuoti con il tricolore hanno accompagnato un grido di rabbia e delusione: il grano nazionale viene pagato meno dei costi di produzione, costringendo migliaia di aziende a lavorare in perdita mentre aumentano le importazioni dall’estero.
La Toscana ha perso negli ultimi vent’anni metà delle superfici coltivate a grano duro, molte delle quali non sono state riconvertite. Una crisi che rischia di diventare irreversibile.
Per fronteggiare l’emergenza, Coldiretti ha presentato al Prefetto di Firenze, Francesca Ferrandino, un piano articolato in sette richieste, volte a contrastare le speculazioni, difendere la redditività delle aziende agricole e garantire trasparenza ai consumatori. Il documento è stato illustrato dalla presidente regionale Letizia Cesani, insieme al direttore regionale Angelo Corsetti, ai presidenti provinciali e alla vicepresidente regionale e assessora all’agroalimentare, Stefania Saccardi. La stessa proposta è stata condivisa anche nelle altre città italiane coinvolte dalla mobilitazione.
Il prezzo del grano duro è crollato a 28 euro al quintale, con una perdita del 30% in un anno, tornando ai livelli precedenti alla guerra in Ucraina. Intanto, i costi di produzione sono aumentati del 20% dal 2021. “Un chilo di pasta si vende a 2 euro, ma agli agricoltori vengono riconosciuti solo 28 centesimi per il chilo di grano – denuncia Paolo Giorgi, vicepresidente di Coldiretti Pistoia –. Serve applicare la legge contro le pratiche sleali, rivedere le borse merci locali e istituire una Commissione unica nazionale (CUN) per il prezzo del grano. E rafforzare i contratti di filiera per garantire un reddito dignitoso a chi lavora la terra”.
“La nostra non è solo una battaglia per il prezzo – incalza Michela Nieri, delegata Donne Impresa Coldiretti per Toscana e Pistoia – ma per la salute e la sovranità alimentare. È inaccettabile che il grano italiano venga sottopagato, mentre si continua a importare quello canadese trattato con glifosate. Dobbiamo investire su invasi e stoccaggi per creare riserve strategiche. Difendere gli agricoltori significa difendere i cittadini”.
Queste le sette proposte di Coldiretti per salvare la cerealicoltura italiana: istituzione della Commissione Unica Nazionale (CUN) per il grano duro, al fine di superare le borse merci locali e rendere trasparenti le quotazioni, eliminando i meccanismi speculativi che portano i prezzi sotto i costi di produzione; pubblicazione dei costi medi di produzione da parte di Ismea, per fornire un riferimento ufficiale e facilitare i controlli sul rispetto della legge contro le pratiche sleali; aumento del sostegno ai contratti di filiera fino a 40 milioni di euro, con l’obiettivo di coprire almeno 400.000 ettari sui 1,2 milioni coltivati in Italia, garantendo stabilità e un reddito equo agli agricoltori; blocco delle importazioni sleali di grano trattato con sostanze vietate in Europa, come il glifosate canadese o i pesticidi usati in Russia e Turchia; reciprocità delle regole: Coldiretti chiede che tutti i prodotti agroalimentari importati rispettino gli stessi standard ambientali, sanitari e sociali richiesti agli agricoltori europei; obbligo di indicare l’origine del grano sulle confezioni di pasta in tutta Europa, come già avviene in Italia, per garantire trasparenza e tutelare la qualità; piano nazionale per stoccaggi e invasi, con contributi per gli investimenti nell’irrigazione e nella gestione delle risorse idriche, al fine di garantire riserve strategiche e sicurezza nelle forniture alimentari.
Secondo Coldiretti, l’Italia ha urgente bisogno di politiche concrete per la gestione dell’acqua e delle scorte agricole, per difendere la sovranità alimentare e mettere fine alle speculazioni stagionali che colpiscono l’intero sistema produttivo nazionale.
Tag: agricoltura, Coldiretti, coltivazione grano duro, pistoia, Toscana Last modified: Settembre 27, 2025

